Linneo fu il primo ad indicare questa specie di pianta, classificandola come Amaryllis equestris, ma sarà solo nel 1975 sul Curtis’s Botanical Magazine che si potrà leggere una spiegazione per questo nome curioso. Si spiega che se si osserva il fiore all’inizio della fioritura questo ricorda le orecchie di un cavallo; da qui il nome scelto da Linneo.
Alcuni anni dopo però un altro studioso botanico si rese conto che la pianta classificata da Linneo come Amaryllis non aveva nulla a che fare con tale pianta. Così decise di chiamarla con un nuovo nome, appunto Hippeastrum(stella del cavaliere) per non perdere del tutto il significato che voleva attribuirgli Linneo.
Sono piante bulbose alte circa 70 cm, spesso confuse con il genere Hippeastrum da cui si distinguono per i fiori in numero maggiore e di dimensioni minori; il nome del genere deriva dal greco e significa splendere. I numerosi ibridi hanno fiori con colori di varia tonalità.
Tra le specie più conosciute citiamo l'Amaryllis Belladonna L. originaria del Sudafrica, conosciuta col nome di Amarillide; ha un grande bulbo tunicato, tondeggiante di colore marrone che porta foglie carnose, decidue lanceolate, nastriformi di colore verde-vivo e ricurve, alte fino a 45 cm; i fiori trombiformi, profumati, sono riuniti in numero di 6-10 in cime ombrelliformi su steli nudi brunastri alti 60-90 cm, con alcune varietà dai fiori colorati di bianco, rosso o rosa-pallido con striature bianco-giallastre.
Le popolazioni indigene africane utilizzavano per avvelenare le punte delle loro frecce delle misture di piante in cui, rientrava il succo del bulbo di Amaryllis. I bulbi, come altre parti della pianta sono velenosi, per il contenuto in alcaloidi, tra cui la bellamarina, che provocano vomito, diarrea, tremori e convulsioni, negli animali al pascolo o nell'uomo.
Tuttavia occorre non confonderla con la Atropa Belladonna, ben conosciuta in europa fin dl medioevo come potente veleno, poichè contiene atropina, un alcaloide che agisce sul sistema nervoso parasimpatico, e che in dosi concentrate pùo causare la morte.
L’ amaryllis può essere coltivato sia all’aperto che al chiuso. Ma vediamo più nel dettaglio come procedere con la conservazione dei bulbi.Se i bulbi di Amaryllis sono piantati all’aperto a fine stagione andranno dissotterrati e conservati in attesa di essere ripiantati durante la primavera successiva.
E’ consigliabile conservare i bulbi inluoghi particolarmente bui e asciutti, nella torba e ad una temperatura che si aggira attorno ai 5° C.
I bulbi conservati in questa maniera produrranno unafioritura più rigogliosa e abbondante rispetto a quelli lasciati nel terreno poiché in tal modo si avrà un vero periodo di riposo, molto importante per fiorire al meglio successivamente.
Come è stato detto precedentemente steli e foglie crescono direttamente dai bulbi. Da questi è possibile che si generino anche nuovi bulbi. Ciò si verifica quando si avverte, affianco al bulbo madre, la comparsa di nuove foglie.
Si consiglia di staccare con molta attenzione e delicatezza questi nuovi bulbi, stando particolarmente attenti a non danneggiare le radici. Successivamente sarà opportuno collocarli in vasi separati. Questa operazione di separazione è consigliabile nei mesi tra gennaio e marzo.
Dovranno passare dai 3 ai 6 anni prima che questi nuovi bulbi siano in grado di raggiungere le dimensioni ottimali per la fioritura. Anche durante questo periodo le piante andranno curate come in periodo di fioritura e soprattutto non dovranno essere esposte a temperature rigide.
Si ringraziano gli autori degli articoli originali, AA.VV.