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Pomodoro, il ministro Martina lavora a sostanziali cambiamenti della normativa.

Dopo lo scandaloso servizio della Iena Nadia Toffa, che infiltratasi nella filiera del pomodoro lavorato, aveva scoperto come alcuni cavilli legislativi, decisamente lascivi, permettevano la sofisticazione dei uno degli alimenti per il quale siamo rinomati nel mondo tra cui la passata di pomodoro e di altri derivati della lavorazione di questo prezioso ortaggio, le nostre istituzioni si sono messe al lavoro per ottenere il meritato consumo informato.

Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che, insieme al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, sta lavorando all’etichettatura di origine per i derivati del pomodoro.

Al momento attuale la normativa copre solo la passata lavorata in Italia con prodotto d'origine Italiano, tuttavia la normata non prevede l’etichettatura obbligatoria dell’origine dei pomodori utilizzati per i famigerati "derivati del pomodoro" quindi salse a semilavorati prodotti a formulazione mista.

Tutta la filiera, in una recente audizione presso la Commissione agricoltura della Camera, si è espressa a favore di tale iniziativa, resta da capire quando, come e cosa verrà etichettato.

Il tutto avviene in un quadro economicamente poco edificante, per il pomodoro da industria italiano infatti non è stata una grande campagna e questo era chiaro da molto tempo. I ritardi nella contrattazione, l’ennesima riduzione dei prezzi, la contrazione degli obiettivi di produzione: erano tutti elementi che portavano a pensare a un’annata complicata, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che si sarebbe arrivati a una campagna tanto contrastata, a causa anche dell’andamento climatico torrido e senza pioggia.

I risultati finali, in termini economici, saranno da valutare con la massima attenzione

nell’ottica delle future scelte, è chiaro che dobbiamo ricostruire i marchi italiani e incrementare le esportazioni di prodotti di qualità superiore.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2017 a pag. 8

Pomodoro italiano, si conclude una campagna critica

di L. Bazzana


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