FAGIOLO DI SAN QUIRINO! San Quirino di Siscia, venerato già dal III secolo d.C., è patrono dell’omonimo comune che si trova in provincia di Pordenone. La storia narra che proprio a San Quirino i Templari fondarono una delle loro realtà produttive (oggi diremmo aziende agricole) che divenne presto una importante fonte di sostentamento per l'Ordine.
Fatto felice il nostro amico Giacobbo con questa introduzione, passiamo a parlare del legume che vedete in foto. E’ un fagiolo, il fagiolo antico di San Quirino. A noi è arrivato per mano di un simpatico e gentile signore in occasione della giornata dello scambio dei semi tenutasi domenica scorsa. Tradizionalmente a San Quirino si è sempre coltivato questo legume, così come ricordano gli anziani.
Si tratta di una tradizione fortunatamente ancora viva grazie all'impegno di pochi agricoltori che hanno conservato e tramandato le sementi. Cos'altro potrei aggiungere in attesa della semina? Ah sì: passare la parola allo chef dell'orto Valerio Tanzarella.
Una varietà antica e davvero molto interessante, tanto che Slow Food la tiene d'occhio in vista della costituzione di uno dei futuri presìdi, almeno questo è ciò che ci è dato sapere. I semi, di forma allungata, sono caratterizzati dall'occhiatura centrale bianca circondata da un primo bordo marrone e poi un secondo violaceo.
E’ un legume da sempre utilizzato per la preparazione della tipica zuppa di farro e fagioli, da accompagnare con il pane impastato con uvetta. Non vedo l'ora di poter aver in cucina questi fagioli per poter preparare una minestra da re, anzi da Templari.
Una zolla di terra è un grande santo, che guarisce e ripara e resuscita ogni cosa. Dentro di lei le cose malate diventano sane, la vecchiaia si trasforma in gioventù, la morte diventa vita. Eppure al giorno d’oggi le persone sono occupate a uccidere le zolle di terra. E’ una occupazione a tempo pieno. (Fabrizio Caramagna)
Tratto dai post:
Profilo di Angelo Giordano Profilo di Valerio Tanzarella