OGLIAROLA BRINDISINA! Ecco uno dei prodotti di punta della nostra bella terra. Nella foto potete ammirare le olive della varietà ogliarola brindisina, ben nota ai produttori della zona sotto il nome di alij dì uegghj’. Ormai è iniziata la campagna olearia ed il rituale della raccolta e della successiva spremitura è nel vivo.
Le atmosfere ed i profumi che si respirano negli uliveti in questo periodo dell’anno sono unici e irripetibili, così come unico ed irripetibile è il gran fermento di addetti ai lavori, appassionati e micro-produttori che ruotano attorno al magico mondo dell’ “oro della Puglia”, espressione che indica uno degli oli di oliva tra i più buoni in circolazione.
Ed è proprio sull’olio che è stato detto e scritto di tutto. Quindi ciò che aggiungiamo questa sera è un racconto del 1700. Ebbene sì, un racconto che vede come protagonista l’olio di oliva, una nave che “facea la tratta de’ Negri” ed alcuni “marinaj” usati come cavie. Volete sapere di più?
Vi aspetta Valerio Tanzarella.
Come di consueto, scaviamo nel passato per meglio decifrare il presente ed ogni tanto ci imbattiamo in racconti coloriti. Quello che segue è il riassunto di ciò che è scritto in un libro del ‘700. L’autore intende fornire un “servigio ai Navigatori” spiegando come conservare le carni fresche senza utilizzare il sale.
Suggerisce così di usare l’olio di oliva “finissimo” che deve ricoprire pezzi di carne dissanguata che vanno adagiati in vasi di “majolica invetriata” la cui apertura, definita orifizio, va poi ermeticamente sigillata. Ed è proprio una maioliche che - stando al racconto dell’autore - fu imbarcata “su di un Vascello che facea la tratta de’ Negri, e aperta nel partire dalla costa di Guinea pelle Antille, dopo 50 giorni di navigazione, e non lungi dall’Equatore".
Cosa accadde? Che la carne "la si trovò fresca, di bel colore e di ottimo sapore”. Che fine fece l’olio? Ovviamente non venne buttato. Infatti “l’olio del bocale fu dato a Marinaj, che ne condirono i loro legumi e trovaronlo buonissimo”.
Chi raccoglie d’estate è previdente; chi dorme al tempo della mietitura si disonora. (Re Salomone).
Tratto dai post:
Profilo di Angelo Giordano Profilo di Valerio Tanzarella