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La storia del Capoccione! #pOrtoGuaceto

IL CAPOCCIONE VEGETALE! Quell’essere che stringo tra le mani non morde, tranquilli. E’ un gigante buono che è già stato cucinato. Si tratta di un esemplare di cavolo verza. Ma attenzione ladies and gentleman, non è un cavolo verza qualunque. Questo essere è originario di Montalto Dora. Non conoscete Montalto?

E’ considerato un po’ il paese del cavolo (verza) visto che in questa cittadina si svolge annualmente la sagra del cavolo verza, evento che attira migliaia di visitatori.Come potete verificare con i vostri occhi, i semi della varietà montaltese che ci sono giunti per mano di un locale appassionato di orticoltura hanno prodotto il risultato sperato: piante rigogliose che c’hanno donato splendidi esemplari.

Coltivate pure questa varietà ma ricordatevi sempre che è necessario farle trovare un terreno ben concimato. Le ricette della tradizione contadina ve le elencherà Valerio Tanzarella. L’omino saggio Ex Terra Srl - Società Benefit vi racconterà qualcosa che è ovviamente frutto della sua saggezza.

Il Capoccione Verza

Scrivere con amore sul cavolo verza montaltese sarà semplice. E’ la stessa amministrazione comunale di Montalto a fornire nel sito istituzionale (!) ricette e suggerimenti per gustare al meglio questo prodotto tipico. Mi limiterò quindi a trascrivere ciò che gli esperti del posto hanno già scritto.

“Si prepara scartando le foglie esterne più coriacee e lavando accuratamente quelle interne più tenere che, tagliate sottili a listarelle, possono essere gustate anche crude in insalata accompagnate da acciughe dissalate e sfilettate. Allo stesso modo possono servire come ingrediente per minestre e risotti o se cucinate in padella condite con olio, sale, pepe e aceto - un metodo di preparazione che, oltre a essere particolarmente saporito, ne consente anche una lunga conservazione - diventano crauti da utilizzare come contorno per accompagnare lessi e salsicce.

Insuperabile è anche l'abbinamento con la bagna cauda piemontese. Talvolta, prima di essere utilizzate, le foglie devono essere prima scottate in acqua in ebollizione: è il caso del capùnet, una delle ricette tipiche del Canavese nella quale le foglie, arrotolate e farcite di polpa di manzo, sono poi stufate in padella”. Ecco, a loro vai il premio “sintesi 2017” per la capacità di riassumere in poche righe tutto – o quasi – quello che c’è da sapere.

Il contadino che non vuol fatiche mieterà soltanto ortiche.

Tratto dai post:

Profilo di Angelo Giordano Profilo di Valerio Tanzarello

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