OPUNTIA DILLENII! Inesattamente nota dalle mie parti come a "fichitìnja scièrs" (fico d'india selvatico) e ancor più erroneamente definita "quèd kà nà màl", (quella che non è buona), l'opuntia dilleni è la sorella "minore" del noto fico d'india. Originaria del Messico dov'è molto apprezzata per il suo sapore piacevolmente acidulo, presenta frutti che non solo si prestano bene per diverse preparazioni gastronomiche ma che vantano anche diverse proprietà ormai note (potere antiossidante, interessante presenza di fosforo, potassio, calcio, giusto per citarne alcune).
Inoltre, grazie al caratteristico colore rosso magenta, i piccoli ovali spinosi riescono ad impreziosire portate, orti e qualsiasi angolo dei nostri giardini. Facile da coltivare, i frutti meriterebbero maggiore considerazione. In questo è insuperabile la nostra amica Titti Divìccaro che, da alcuni anni, lavora e trasforma proprio le opunzie. Ma sono certo che anche l'agri-chef Valerio Tanzarella avrà qualcosa da dirci.
Angelo, un consiglio davvero semplice semplice. Raccoglierle, pulirle e portarle in tavola. Senza bisogno di spendere una fortuna per cesti esotici che hanno viaggiato per migliaia di Km. A costo zero potremo imbandire le tavole natalizie con il colore acceso di questi frutti senza perdere sapore, profumo e fascino esotico.
Prossimamente proverò ad essiccare e polverizzare i frutti, cosa che sta già facendo con ottimi risultati la nostra amica Titti. La polvere/spezia colorata così ottenuta mi servirà per le sperimentazioni gastronomiche, la aggiungerò un po' qua, un po' là, in questo o quel piatto. Poi, chi vivrà vedrà. E soprattutto, mangerà.
L’alimentazione europea può diventare sicura e salubre solo grazie a un’agricoltura non contaminata, riconoscendo alla natura le sue autonome capacità produttive – messe in ombra da un distruttivo titanismo tecnologico – e bandendo progressivamente, ma rapidamente, i veleni chimici dalle campagne. (Piero Bevilacqua)
Tratto dai post:
Profilo di Angelo Giordano Profilo di Valerio Tanzarello