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Anredera"èd'r brasiliàn"- #pOrtoGuaceto!

ANREDERA CORDIFOLIA Proviene dal Paraguay, è rampicante, infestante e verde. Tanto è bastato sapere ad un paio di contadini delle mie parti per rinominare l'Anredera cordifolia "èd'r brasiliàn", edera brasiliana. Nonostante la personalissima sistematica locale, l'Anredera cordifolia non ha nulla a che vedere con il genere hedera. Una pianta interessante dal punto di vista ornamentale che può allungarsi fino sei metri all'anno. E' utilizzata non solo per "arredare" giardini con i suoi innumerevoli e profumatissimi fiorellini riuniti in grappoli ma anche per ricoprire rapidamente angoli fatiscenti.

Un po' come si fa con l'edera ma, a differenza di questa, l'Anrendera è commestibile. Non solo è commestibile ma è anche buona, direi deliziosa. Difficilmente supera da noi l'inverno ma con l'arrivo della primavera, senza alcun aiuto, riprende e recupera ricoprendo in breve tempo qualsiasi supporto su cui trova "appiglio". E' capace di donare dapprima una brillante vegetazione che col passare del tempo si riempie di fiori che sembrano nuvole posate su siepi.

L'ho utilizzata con successo per creare ombra nel ricovero del nostro caro Boris. L'esperimento è invece fallito nella zona di pertinenza delle caprette, cosa che mi aspettavo visto che le piccole erbivore mangiano tutto, anche l'Anredera. Non è quindi un caso che in molte zone dell'America centrale venga coltivata e utilizzata come alimento per il bestiame. Ma anche gli esseri umani sanno come mangiarla. Lo sa anche il nostro agri-chef Valerio Tanzarella a cui lascio la parola.

Caro Angelo, se vogliamo consumare al meglio non solo l'Anrendera ma tutta la fibra vegetale così come fanno le nostre amate caprette, la soluzione è semplice: un trapianto di rumine. Anzi, un trapianto dell'intero apparato. Omaso, abomaso, rumine e reticolo. Un'idea regalo originale e comunque sempre utile. Ma anche se siamo sprovvisti di rumine, possiamo in realtà gustare le foglie dell'Anredera se solo usiamo qualche accorgimento semplice semplice.

Sarà infatti sufficiente preparare le foglie come fossero comuni spinaci senza dimenticare che la fibra è fondamentale al corretto funzionamento del nostro intestino. Faccio notare che sono molto buoni anche i rizomi. Arrostiti, fritti, lessi, insomma da utilizzare come fossero patate. Patate? E se provassi a fare la purea di fave utilizzando questi rizomi al posto delle patate? Potrebbe essere un'idea. Anzi lo è. La sperimentazione è in cantiere.

Se ogni uccello conoscesse il miglior grano, poco da mietere resterebbe al villano.

Tratto dai post:

Profilo di Angelo Giordano Profilo di Valerio Tanzarella

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